La Pietra di Credaro, usata fin dal Medioevo come pietra di costruzione, veniva un tempo estratta mediante scavi temporanei e non in cave atte a una fornitura continuativa del materiale. Solo dagli anni ’30 cominciano le aperture di cave per l’estrazione e la lavorazione di blocchetti da costruzione (attualmente l’attività estrattiva è circoscritta principalmente al comune di Credaro).

Presso i siti di estrazione, la roccia affiora con giacitura suborizzontale e la coltivazione avviene per gradoni. Essi vengono sagomati conformemente alla disposizione geometrica delle bancate e degli strati naturali.

Normalmente si cerca di provocare il distacco intero di blocchi appartenenti a un’unica bancata o a un insieme di strati. Si preferisce quindi ricorrere all’abbattimento con mezzi meccanici, quali martelli pneumatici e escavatori a benna. In fase di distacco del materiale si cerca poi di mantenere integre il più possibile le bancate.

I blocchi separati dalla sede naturale vengono portati sul piazzale di cava ove sono sottoposti a una selezione e lavorazione preliminari. Dai blocchi di grosse dimensioni è possibile ricavare lastre per pavimentazioni; in alternativa il materiale viene suddiviso con trance in blocchetti, in seguito lavorati manualmente da scalpellini e utilizzati per murature o rifiniture.

Il fonte di cava, una volta ultimata la coltivazione, viene recuperato con stesura di terreno vegetale, e successiva messa a dimora di specie arboree sui gradoni, e inerbimento mediante idrosemina sulle pareti delle scarpate.